IL CIRCOLO VIRTUOSO DEL VOLONTARIATO

Lo ammetto, questa storia non è mia. Me l’aveva raccontata il prof. Piantoni del corso serale di management dell’università Bocconi e mi è venuta in mente in occasione dell’incontro con l’Arcivescovo Lauro.

Il professor Piantoni si trovava con suo figlio piccolo all’aeroporto di Buenos Aires in attesa dell’imbarco sul volo per rientrare in Italia. Vicino a loro c’era un gruppo di giovani ai quali era stato cancellato il volo e avrebbero dovuto pernottare in aeroporto. Erano alla fine delle vacanze e si trovavano senza denaro, contando di arrivare a casa quella sera. Il professore appena intuita la situazione regala ai giovani i pesos che gli erano rimasti in tasca. Il figlio chiede al babbo perché avesse regalato del denaro a degli sconosciuti. Il professore racconta che, quando era studente, con un amico si trovava in viaggio in Guatemala, senza soldi e senza mangiare. Arrivati in una povera fattoria chiedono alla donna che viveva lì qualcosa da mangiare. La donna prende una delle poche galline la uccide, la spenna e la cucina per i giovani ospiti. Questi si rendono conto che per lei una gallina deve rivestire un enorme valore e chiedono il perché di questa generosità verso degli sconosciuti. La donna risponde che anche lei ha un figlio in giro per il mondo e spera che, se lei sfama i suoi ospiti sacrificando una delle sue galline, magari qualcun altro, in qualche parte del mondo sfamerà allo stesso modo suo figlio.

Il professore conclude dicendo al figlio:” Vedi figliolo io stasera non ho regalato dei soldi a degli sconosciuti; sto semplicemente ripagando la contadina per la sua gallina.”

Questa storiella dalla morale forse spicciola, se fosse traslata nell’ambito del volontariato dell’US Primiero e più in generale della nostra valle, forse farebbe da stimolo a tutte quelle persone che hanno ottenuto e ottengono tuttora qualcosa dall’opera gratuita dei volontari. Dovrebbe essere automatico sentire la necessità di restituire le ore di lavoro che altri hanno speso per permettere di svolgere l’attività sportiva, partecipare alle gare e godere delle innumerevoli opportunità di svago che si possono svolgere grazie al supporto indispensabile dei volontari. In questo modo si creerebbe il circolo virtuoso; altrimenti, al contrario, si innesca un circolo vizioso dove non ci sarà il ricambio dei volontari che per motivi di età o di tempo lentamente diminuiranno di numero fino ad essere insufficienti per gestire le manifestazioni.

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