LA LETTERA DEL TIFOSO ANONIMO PER LA PROMOZIONE DELL’US PRIMIERO CALCIO

Il giorno successivo allo storico ritorno in Prima categoria della nostra squadra di calcio, ci è giunta una lettera da un anonimo tifoso. Riflessioni interessanti, quelle del tifoso, su quello che è il calcio a Primiero, sport che negli ultimi anni non ha forse ricevuto le dovute attenzioni, ma che ha fatto parlare i numeri, visto che è la sezione dell’Us Primiero più “grande”, con i suoi oltre 200 tesserati.

Prendetevi 10 minuti della vostra giornata per leggere queste righe, ne vale davvero la pena. E ovviamente grazie all’anonimo tifoso, che ha saputo esporre in modo chiaro il pensiero di molti “calciofili” primierotti. Ti aspettiamo da settembre al campo di Mezzano, per la nuova avventura della nostra squadra!

LA VALLE di PRIMIERO con 12 SFUMATURE e UN PALLONE

Torniamo indietro di un anno…

28 maggio 2017, Vigolo Vattaro, ultima giornata di campionato, nessuna speranza di promozione per i ragazzi dell’US Primiero che giocano (e vincono) una partita svogliata e noiosa, colpa anche delle poche motivazioni che accumunano i giocatori della rosa di Tavernaro, ormai destinati ad un’ennesima annata senza gioie sportive. La squadra non è unita, nello spogliatoio veleggia uno strano silenzio, un silenzio di resa, di rassegnazione. Ormai la prima categoria è diventata un’utopia per la compagine primierotta. Ogni anno, ai piedi della Pale di San Martino, suona sempre la solita cantilena “Quest’anno è l’anno buono” che prontamente, in primavera, si trasforma in “Sarà per l’anno prossimo”. La situazione a Vigolo rispecchia a pieno la stagione dei nostri: giornata uggiosa, tanta fatica e nessun tifoso sugli spalti accorso a supportare la squadra.
Già, proprio i tifosi. Quelli che in ogni trasferta dove il Primiero gioca sono numerosi e pronti a sostenere la squadra. Bellissimo si, se non fosse per il fatto che i tifosi sono sempre quelli avversari che, spesso, sono gli unici a riempire gli spalti di un sempre più desolato intercomunale di Mezzano.

Si sa, nascere e crescere in una vallata non è né stimolante né facile. Tutti si conoscono, tutti ti conoscono, la mentalità è quella che è: una mentalità a corto raggio che, probabilmente, prevarrà anche sulla lettura di questa piccola riflessione (“Masa longa de leder, fae de manco e me beve n’altra bira intant”). Un modo di vedere le cose molto selettivo, ad una sola corsia, dove la novità è vista come una cosa da respingere anziché da inglobare, un ambiente pieno di stereotipi che piovono da un paese all’altro. Uno di questi, quello sul calcio in Valle. Proprio il calcio, sport che da moltissimi anni accomuna anche le più sfortunate comunità mondiali, quelle dove regna la criminalità ma anche quelle dove quei 90 minuti riescono a donare attimi di divertimento e spensieratezza. A Primiero no, noi siamo diversi, vogliamo esserlo e lo saremo sempre. Il calcio da noi deve essere una novità quindi, secondo il nostro ragionamento perverso e inconcludente, una cosa da ostacolare e mettere in discussione.
Tre, sono le frasi che un giovane calciatore primierotto si sente dire fin da bambino. Voglio appositamente scriverle in dialetto, così ognuno di noi avrà modo di pensare al momento in cui se le è sentite pronunciare addosso oppure, molto probabilmente, le ha pronunciate lui stesso ad un giocatore qualsiasi:
1) “Dughitu a balon dove? Valcismon? Col Mezzano?
2) “Se dughese mi a balon, ti vederisi ben…”
3) “Si beh, dughé in seconda categoria solche parche in trentino no ghe ne la terza”

Questi sono i classici allenatori da bar, in Italia ce ne sono 60 milioni e noi, per non farci mancare nulla, ne abbiamo 10.000, con un numero di partite viste a Mezzano rasente allo zero. Per loro, il calcio è nient’altro che un ammasso di 22 prime donne pagate milioni e milioni che corrono dietro ad un pallone, dando qua e là qualche calcio, tutto questo in un sistema corrotto e sbagliato. Niente da dire, sono opinioni, ce ne sono tante, condivisibili o no. Questi esperti (o presunti tali) dimenticano però una cosa: esistono le categorie, esiste la passione ed esiste il calcio dilettantistico. Quello dove dopo una giornata stressante di lavoro, ci si trova in compagnia a, proprio così, tirare due calci ad un pallone arrabbiandosi magari con un compagno per una giocata o uno stop sbagliato. Tutti condividono lo stesso pensiero “vabbè questo non è calcio”. Spiace dire che condividere questa linea di pensiero è la cosa più sbagliata che, una persona che si professa “sportiva” possa fare, perché “questo È calcio”. I soldi e la fama sono agli antipodi certo, nessuno potrebbe mai dire il contrario, ma le emozioni e le gioie che questo gioco trasmette sono le medesime. Per un lavoratore che spende le ultime energie della giornata in un allenamento tra il fango sotto la pioggia, un goal vittoria alla domenica è un come un raggio di sole nella tempesta, festeggiarlo insieme ai compagni e ai tifosi poi, non ha prezzo. Nel calcio professionistico, il pubblico viene giornalisticamente chiamato “dodicesimo uomo in campo”, trasmette carica e agonismo agli undici in campo i quali riescono a trovare energie anche quando il serbatoio è vuoto. Il Borussia Dortmund è una delle squadre che fa del pubblico il vero uomo in più, un punto di forza. Nel 2016, le partite in casa della squadra giallonera sono state seguite mediamente da 81.178 spettatori. Ogni giornata, lo stadio era pieno di tifosi pronti a sacrificare le proprie corde vocali pur di portare a casa i tre punti. Grazie a questa affluenza record, nel 2012 sono riusciti a vincere la Bundesliga (il massimo campionato tedesco) dando gran parte dei meriti a chi? Esattamente, ai tifosi. Quelli che per il Primiero sono sempre stati un punto a sfavore, una nota da dimenticare. Qualcosa però quest’anno è cambiato, è stato creato un hashtag:#UnTerritorioUnaSquadra. Frase breve e dritta al punto, per far capire ai primierotti che se la squadra vince, vince anche il territorio, la valle, la gente, Primiero. Come ho detto, le cose stanno cambiando, forse per i risultati ottimi forse per la voglia di cambiamento. La squadra è seguita, sia sui social network che sul campo. Ogni domenica a Mezzano, tempo permettendo, si presentano una media di 80-100 persone a supportare i nostri ragazzi. Non paragonabili agli 80 mila di Dortmund certo, ma proporzionalmente, per una valle di 10.000 anime anziane e scorbutiche, un numero veramente considerevole. Ai goal dei nostri, lo stadio esulta, i giornali scrivono e il passaparola continua. Forse stiamo cominciando a capire che stiamo facendo qualcosa di importante, forse stiamo iniziando a metabolizzare il fatto che i tifosi possono aiutare i nostri ragazzi, forse cominciamo a capire che la Società US Primiero Calcio (appositamente con la S maiuscola) non è solamente la vecchia squadra che perdeva una partita si e un’altra anche, ma è qualcosa di più. Una società che nel giro di pochi anni, grazie anche al duro lavoro del Presidente, sta raccogliendo successi su successi: la scuola di calcio Élite, i numerosi allenatori con patentino UEFA, i grandi risultati delle giovanili, la vittoria del campionato provinciale della Juniores con conseguente accesso al campionato Élite, la prima storica squadra femminile, fino ad arrivare alla prima squadra che dopo ben 16 anni di purgatorio sta per tornare in prima categoria anche grazie al supporto dei tifosi. Domenica 20 maggio, nel Derby (per distanza kilometrica) contro il Tesino a Mezzano si sono presentati 135 spettatori nonostante le condizioni metereologiche avverse. Un centinaio di persone armate di striscioni, tifo e ovviamente ombrelli. Partita storicamente dura per i nostri ma che grazie alla spinta del pubblico, abbiam portato a casa con il risultato di 3-0.

Ed eccoci qua, un anno dopo, 365 giorni (364 per la precisione), le coincidenze con la partita dello scorso anno sono moltissime ma la realtà è profondamente cambiata. Ai nostri ragazzi mancano 3 pun…anzi no, è un NOI ora, quindi CI mancano 3 punti e poi sarà di nuovo prima categoria.
27 maggio 2018, sempre Vigolo Vattaro, sempre ultima giornata di campionato, sempre squadra guidata da Tavernaro, formazione grossomodo sulla linea di quella dell’anno scorso, giornata uggiosa ma, all’improvviso, spuntano 25 maglie rosse, 25 tifosi che, insieme alla Società, hanno impiegato una domenica (spendibile tranquillamente al bar) per supportarCi, in trasferta. Cori, applausi e tifo per tutti i 93 minuti del match, fino al triplice fischio dell’arbitro che sancisce la promozione diretta del Primiero. Siamo finalmente in prima categoria, tutti insieme!
Via alla festa, in campo e fuori!

Ciò che però mi ha fatto riflettere e mi ha dato lo spunto per scrivere questo papiro è quello che è successo due volte nel giro di poche ore, alla fine della partita e alla festa promozione una volta tornati in Valle (Vedi Video). La squadra, per omaggiare i tifosi, è andata sotto quest’inedita curva biancorossa e, insieme a loro, ha iniziato a battere le mani a ritmo proprio come era solita fare la nazionale islandese agli Europei del 2016. Cosa centra? Beh è presto spiegato, l’Islanda conta oggi circa 330.000 abitanti e nel 2016, l’8% di questi era in Francia, allo stadio, a supportare la squadra. Una dimostrazione di affetto e legame assurda. Ciò che poi è successo domenica nelle dovute proporzioni e che dovrebbe iniziare a succedere il prossimo anno per supportare i ragazzi nella nuova e difficile categoria!

Voglio portare a questa riflessione, il calcio piace a tutti (o quasi), ognuno fin da piccolo si trova davanti ad una scelta importante: scegliere per quale squadra tifare. Ovviamente, non avendo una grande squadra tra le mura di casa, nel 99% dei casi si opta per una delle big a livello nazionale (Juventus, Milan, Inter, etc). Ora, oltre alla nostra squadra del cuore ne abbiamo un’altra, l’US Primiero. Non sarà molto, ma una promozione può veramente cambiare le carte in tavolo. Con un piccolo supporto ci siamo guadagnati sudando una meritata promozione, chissà in futuro cosa potrà succedere con delle facce nuove sugli spalti del comunale ogni domenica! “Chi vivrà, vedrà” dicevano.
Siamo orgogliosi del nostro territorio, delle nostre amate Pale, dei nostri scenari magnifici, delle nostre manifestazioni, perché non cominciare a supportare la Valle di Primiero in ogni suo punto di vista, partendo perché no dal calcio?

Per un momento, dimentichiamoci dei luoghi comuni e delle solite dicerie: guardiamo avanti, tutti insieme verso l’obiettivo, forse finalmente cominceremo a levarci lo Speck dagli occhi.

#UnTerritorioUnaSquadra

-Un tifoso Primierotto.

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